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Come lanciamo un mattone contro una vetrina se non possiamo alzarci dal letto?

Continua la riflessione su abilismo, vite LGBTQ+ e lotte intrecciate con un nuovo contributo per la rivista Intersezionale.

Questa volta, mi chiedo come possiamo portare la prospettiva anti-abilista dentro l’attivismo LGBTQ+, partendo dallo spunto di un articolo che per me è stato un faro per moltissimo tempo: la “Teoria della donna malata” di Joanna Hedva.

Comincia così:

“Durante le proteste di Black Lives Matter a Los Angeles del 2014, Johanna Hedva, artista e attivista, si trovava a letto, bloccata da un’endometriosi che non la faceva camminare. Ascoltava i cori che venivano dalla strada, alzava il suo pugno debole in aria e si chiedeva come si fa a lanciare un mattone contro la vetrina di una banca se non ci si può alzare dal letto.

Qualche anno più tardi, nel 2017, seduta sul divano di una casa nella periferia veneta, una dottoranda, io, ascoltava la storia di una persona lesbica e malata cronica che raccontava di come fare attivismo LGBTQ+ fosse ormai diventato impossibile.”